Le conseguenze del Covid: quando il medico diventa paziente

Le conseguenze del Covid: quando il medico diventa paziente

Erik Kötter era un classico high perfomer: medico, padre di quattro figli, sportivo. Ma il Long COVID ha reso anche un semplice panino un ostacolo enorme.

A volte sono le banalità della vita di tutti i giorni a impressionare di più le persone. «La scorsa settimana volevo farmi un panino», racconta Erik Kötter al telefono. Quindi tagliare il formaggio, tagliare il pane, spalmare senape e maionese, lavare un po’ di insalata e fine. «Sono arrivato solo a metà. Poi ho avuto bisogno di una pausa», ricorda il Dr. Kötter. «È una sensazione che non ho mai provato prima».

«Nonostante la mia formazione come medico, non avevo davvero capito la sofferenza che poteva causare il Long COVID.»

Esistono dei termini per indicare questa spossatezza generale che si manifesta nelle persone affette da Long COVID. Erik Kötter li conosce molto bene. Come medico di base li ha studiati e aveva addirittura già assistito pazienti affetti da Long COVID. «Li ho sostenuti il più possibile», afferma il Dr. Kötter. «Tuttavia, nonostante la mia esperienza e formazione, non avevo davvero capito la sofferenza che poteva causare il Long COVID», racconta il medico, che usa uno pseudonimo per raccontare la sua storia. 

Una incapacità indescrivibile 

Si tratta di una sensazione completamente nuova, a cui la parola «fatigue» non rende giustizia. «Ho dovuto lottare per parlare, alzare le braccia, tenere in mano il cellulare». Se non lo si vive di persona, difficilmente si riesce a capirlo.

Natura e sport: prima di ammalarsi, Erik Kötter amava andare in bicicletta. (Immagine di rappresentanza: Adobe Stock Photo)

Erik Kötter non pensa di essere particolarmente sensibile o insofferente. E forse era proprio questo il problema. Dopo aver contratto il COVID, si è ammalato per un paio di giorni e ha poi lavorato da casa durante il periodo di isolamento. Dopo tre settimane, ha ripreso a lavorare a pieno regime. 

Un ritorno prematuro 

«Non ero ancora del tutto in forma», ricorda Erik Kötter. Dopo uno sprint in bicicletta, per un attimo ha avvertito una sensazione di stanchezza in tutto il corpo e forti dolori alla muscolatura, che tuttavia sono poi spariti. Dopo le lunghe giornate di lavoro, si sentiva come se avesse un macigno addosso. Ma la mattina dopo, ricominciava da capo. «Ho semplicemente continuato a premere sull’acceleratore. A volte bisogna stringere i denti e andare avanti», afferma il Dr. Kötter. 

Ha ignorato i segnali del suo corpo e poi è arrivato il crash. Da allora le cose sono cambiate. Anche dopo 2 mesi si ritrova disteso il 95% del tempo, racconta il 38enne. «Ora riesco ad alzarmi e sgomberare la tavola», dice con leggera soddisfazione. «Ma tra una cosa e l’altra devo sempre fare una pausa».

Ha ignorato i segnali del suo corpo e poi è arrivato il crash.

Fare affidamento sull’aiuto di altri anziché essere lui stesso la fonte di aiuto lo rende particolarmente stressato. «Mia moglie merita un trofeo. Tuttavia, mi sento molto in colpa quando vedo quanto è stressata», afferma Erik Kötter. Prima di ammalarsi, contribuiva alle faccende domestiche e alla gestione dei quattro bambini. Ora la moglie deve fare tutto da sola. 

Il tempo con i figli come rimedio 

Nei giorni buoni, Erik Kötter vede comunque un po’ di luce in fondo al tunnel. È contento di poter leggere, fare i compiti e giocare con i bambini. «Mi aiuta anche a livello psicologico. Senza famiglia sarei caduto in depressione». Quando riesce, legge anche gialli la cui lettura ha rimandato per anni e si catapulta in un mondo completamente nuovo, in cui il Covid non è un problema.

«Non siete soli. Non è solo nella vostra testa, è una malattia reale.»

Alternative al medico 

Inoltre, prova trattamenti alternativi, «anche se sono un medico di base. Mi è stato consigliato persino da colleghi medici». Ad esempio l’agopuntura. Non è ancora chiaro se effettivamente sia efficace. Voleva semplicemente provarla. «Ma anche in questo caso devo fare attenzione a non esagerare». 

«Non siete soli» 

Erik Kötter ha tratto benefici dagli esercizi di respirazione che ascolta sotto forma di audiolibro (disponibile ad esempio su Spotify, Audible o exlibris). C’è qualcos’altro che il medico vuole dire alle altre persone affette? «Vorrei che le altre persone affette da Long COVID si rendessero conto di non essere sole. Non è solo nella vostra testa. È una malattia reale». 

Fonte immagine: Adobe Stock Photo

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